È stato uno dei massimi esponenti del postmodernismo: il mondo dell’architettura sta piangendo la scomparsa di Paolo Portoghesi, architetto di 91 anni che ha dato un immenso contributo al mondo accademico.
L’annuncio della scomparsa dell’architetto è stato dato dalla moglie Giovanna Massobrio all’Adnkronos. Immediato il cordoglio sui social, da parte di diversi accademici: “Ha scandito con le sue opere gli ultimi settant’anni della storia architettonica planetaria”, si legge sulla pagina Facebook della Triennale di Milano.
Nato a Roma nel 1931, Paolo Portoghesi ha conseguito la laurea in architettura nel 1957 all’università La Sapienza di Roma. Presso quello stesso ateneo insegnerà storia della critica tra il 1962 e il 1966, mentre l’anno successivo, nel 1967 diventerà docente di architettura presso il Politecnico di Milano.
Tra il 1979 e il 1982 ricoprirà il ruolo di direttore dell’architettura alla Biennale di Venezia, diventandone poi anche il presidente tra il 1983 e il 1993.
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Negli ultimi 30 anni Portoghesi si era dedicato alla geoarchitettura che lui stesso aveva definitivo – si legge da Adnkronos – una disciplina che “cerca di correggere il rapporto architettura-natura sulla base di una nuova alleanza: l’uomo deve smettere di costruire secondo una logica puramente economica che produce spreco di energia, inquinamento e sfruttare il patrimonio degli antichi borghi invece di abbandonarli alla distruzione”.
Da ricordare che è stato il fondatore della rivista Controspazio (1966). Ha infine anche diretto il Dizionario Enciclopedico di Architettura e Urbanistica.
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